Musei statali gratis la prima domenica del mese, ecco cosa sarà possibile visitare a Catania il 3 novembre

Domenica 3 novembre 2019, la prima domenica del mese di novembre, tornano gli ingressi gratuiti nei Musei statali italiani. A stabilire questa gratuità è stato un Decreto Ministeriale emanato nel 2015 dall’allora e dall’attuale Ministro del Mibact Dario Franceschini. All’iniziativa, da sempre, aderiscono anche i Musei siciliani e gratuito sarà l’ingresso ad alcuni edifici ecclesiastici, museali e in determinate aree archeologiche della città di Catania. Scopriamoli di seguito.

Musei statali gratis la prima domenica del mese, i siti visitabili pagando un biglietto a prezzo ridotto

Di seguito gli edifici che domenica 3 novembre 2019 saranno accessibili a prezzo di biglietto ridotto.

Monastero dei Benedettini. Eretto in diverse fasi tra il 1558 e il 1866, il Monastero dei Benedettini i San Nicolò la Rena è considerato- per le sue dimensioni- il secondo monastero benedettino più grande d’Europa ed è oggi sede del DISUM (Dipartimento di Scienze Umanistiche) dell’Università degli Studi di Catania. A esso si annette la Chiesa di San Nicolò la Rena (sia per il monastero sia per la chiesa spesso si ritrova anche la dicitura di “San Nicolò l’Arena”)  Il nome del monastero si rifà sia al culto di San Nicola di Bari sia alla terra rossa (la “rena”, appunto), che si trova sul territorio vulcanico catanese. L’edificio è stato anch’esso profondamente stravolto nella sua struttura originaria, costruita a opera dei monaci cassinesi, per via delle devastazioni che Catania ha subito sul finire del 1700 (1669 e 1693: rispettivamente, l’eruzione dell’Etna e il terremoto del Val di Noto). Dal 2002 il Monastero fa parte dei Beni siciliani che sono stati dichiarati Patrimonio Unesco. Il Monastero è visitabile tutti i giorni, dalle ore 09:00 alle ore 17:00 (visite prenotabili ai numero indicati sul sito internet ufficiale del Monastero).

Museo Civico Castello Ursino. Fatto costruire da Federico II tra il 1239 e il 1250, l’imponente Casello Ursino è oggi sede del Museo Civico della città.  La struttura in sé è una solida struttura, regolare, disposta intorno a un cortile centrale. La pianta quadrata è composta da mura perimetrali massicce spesse ben 2 metri e da quattro torrioni circolari disposti agli angoli. Le opere che lo spazio espositivo, organizzato su  tre piani, ospita provengono dal Monastero dei Benedettini, dalla collezione dei Principi di Biscari e dalla donazione del barone Zappalà-Asmundo. I reperti archeologici, epigrafici, numismatici, le tele e le sculture furono portate qui nel 1934. Anche il Museo Civico di Castello Ursino, come Palazzo Platamone, è spesso sede di mostre temporanee: tra le ultime ricordiamo “Da Giotto a De Chirico”, “Io Dalì” e “Architettura barocche in argento e cristallo”, conclusasi da poco (20 ottobre 2019). Il Castello, domenica 3 novembre,  sarà visitabile dalle ore 09:00 alla ore 19:00 (la biglietteria chiuderà alle ore 18:00).

Orto Botanico. Fondato dal monaco bibliotecario benedettino Francesco Tornabene Roccaforte quando questi era titolare della Cattedra di Botanica nel 1843, e inaugurato nel 1858, il giardino botanico è oggi sotto l’egida del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania. Occupa una superficie pari a 16mila metri quadrati ed è diviso in due zone principali: l’Hortus Generalis (occupato dalle piante esotiche) e l’Hortus Siculus (dove si coltivano le piante spontanee siciliane). L’orto Botanico sarà visitabile dalle ore 10:30 alle ore 12:00.

Musei statali gratis la prima domenica del mese, i siti visitabili gratuitamente

Qui vi proponiamo, invece, un elenco di edifici accessibili gratuitamente.

Casa Museo Giovanni Verga. All’angolo di Via Sant’Anna, al secondo piano di un palazzo eretto nel tardo Settecento, si trova la casa in cui lo scrittore Giovanni Verga trascorse parte della sua infanzia e della sua vita adulta, esalando proprio qui il suo ultimo respiro il 27 gennaio del 1922. Dal 1980 la casa fa parte del patrimonio acquisito dalla Regione Sicilia, insieme agli oltre 2mila libri che facevano parte della biblioteca privata del Verga e sono esposti nella biblioteca dell’appartamento, arredata con sei librerie di legno di noce. I manoscritti originali, invece, oggi sono conservati presso Biblioteca Regionale Universitaria di Catania: nel salottino della casa sono esposte delle copie. La camera da letto, diversi disimpegni arredati con dipinti, copie fotografiche di dipinti, incisioni, mobili e una sala da pranzo compongono il resto dell’appartamento.

Chiesa di San Francesco Borgia. La Chiesa, costruita nel tra il 1698 e il 1736 dopo la distruzione del primo impianto gesuita a opera del terremoto del Val di Noto (1693) e progettata da Angelo Italia, si trova in Via Crociferi e vi si accede da una doppia rampa di scale. Il prospetto della Chiesa si presenta scandito su un doppio ordine che, sia all’ordine inferiore sia all’ordine superiore, vede l’esistenza di due coppie di colonne binate di marmo bianco. Sull’ordine superiore le colonne, di dimensione inferiore, sostengono dei frontoni spezzati. Il portale, disposto centralmente, richiama lo schema delle doppie coppie di colonne binate, anche qui presenti ai lati in numero di una coppia per lato e sostenenti una centina spezzata al centro.  Nello spazio sovrastante, entro una nicchia, si trova una statua che raffigura il santo. Altre due statue trovano posizione entro due nicchie laterali  della porzione inferiore della facciata, proprio al fianco delle colonne più grandi. Simmetricamente, altre due sculture sono poste su di un basamento sormontante delle volute che si annettono al muro perimetrale del secondo ordine. L’interno dell’edificio, a pianta latina, è scandito in tre navate, divise ancora da colonne binate sorreggenti arcate, e ospita delle tele di autori vissuti nel XVII e nel XVIII secolo: tra esser nei pressi dell’altare, c’è il quadro che raffigura San Francesco Borgia, opera di Filippo Tancredi.  L’interno della cupola che si innesta al centro del transetto è decorato con l’affresco che raffigura l’Esaltazione della Compagnia di Gesù realizzato nel 1760 da Olivio Scozzi. La chiesa sarà visitabile soltanto al mattino, dalle ore 09:00 alle ore 13:00.

Chiesa di San Nicolò la Rena. L’impianto architettonico che oggi conosciamo come quello della Chiesa di San Nicolò la Rena, sita in piazza Dante nell’area in cui sorge il Monastero dei Benedettini, non è quello originario. Ci sono stati diversi rifacimenti nel corso dei secoli e in ultimo è intervenuto l’architetto Giovani Battista Contini, realizzando un progetto sul quale si sarebbe dovuta ricostruire la chiesa distrutta dall’eruzione dell’Etna del 1669. I lavori furono conclusi soltanto nel 1780 con l’innalzamento della cupola (la più grande di tutta la Sicilia) per opera di Francesco Ittar: i lavori vennero fermati a causa del drammatico terremoto del 1693. La facciata dell’edificio è rimasta incompleta. La chiesa sarà visitabile soltanto al mattino, dalle ore 09:00 alle ore 13:00.

Museo Tattile Borges. Il Polo Tattile Multimediale di Catania ospita il Museo Tattile Borges, che consente alle persone non vedenti di vedere l’arte attraverso il loro senso del tatto. L’esposizione si compone di numerose copie di opere d’arte, che attraversano i secoli, e tutte sono dotate di una targhetta in Braille. Il museo ospita anche una galleria dedicata a monumenti e bellezze siciliane, e ogni anno questo spazio si arricchisce di nuovi pezzi: si trovano qui diversi plastici, tra cui quelli della Valle dei templi (Agrigento), del vulcano Etna, della Chiesa di San Giuliano (Catania) e di Castello Ursino (Catania).

Palazzo della Cultura. Inizialmente era un edificio di fattura tardo medievale-rinascimentale che si apre proprio alle spalle della zona absidata del Duomo ed è stato distrutto, come molti altre architetture catanesi, dal devastante terremoto del 1693. Poco prima del sisma il palazzo era stato donato alla Chiesa. La ricostruzione cha permesso di inserirvi ciò che rimane dell’antica architettura nel grande cortile quadrangolare interno: un loggiato sormontato da un balcone. Conosciuto anche come Palazzo Platamone, dal nome della nobile famiglia rinascimentale catanese che lo fece erigere, sorge in Via Vittorio Emanuele II. Qui si tengono esposizioni museali di grande rilievo: tra le ultime che sono state allestite ricordiamo “Escher” (2017),  “Toulouse Lautrec- La ville Lumière” (2018) e “Gli impressionisti a Catania” (2019). Il Palazzo della Cultura sarà visitabile dalle ore 09:30 alle ore 19:00.

Terme della Rotonda. Le terme dette della rotonda- per via della forma della cupola a tutto sesto della Chiesta che sovrasta le rovine- sono impianti termali costruiti tra I e II secolo d.C., poi monumentalizzati nel III secolo e successivamente l’ambiente a pianta centrale è stato trasformato in Chiesa in epoca bizantina (VI secolo). La zona su cui sono sorte le terme è stata frequentata sin dall’epoca eneolitica e gli scavi condotti nel 2004-2008 e nel 2015 hanno confermato la cronologia delle fasi costruttive, facendo ipotizzare che l’edificio si sia impostato su dei precedenti impianti di età ellenistica. Le terme saranno accessibili per tutto il giorno, dalle ore 09:00 alle ore 18:00.

Teatro romano, Anfiteatro e Odeon. Il teatro antico di Catania sorge incastonato tra Via Timeo, Via Teatro greco, Via Vittorio Emanuele e Piazza San Francesco. L’impianto, costruito in epoca greca, è stato rifatto in epoca augustea e poi monumentalizzato in epoca adrianea. Il teatro doveva essere sormontato a una summa cavea (lo spazio situato più alto di tutta la cavea, utilizzato dai ceti più bassi della popolazione e dalle donne) decorata con sculture sistemate all’interno di un colonnato: alcune colonne sono ancora oggi visibili. Abbandonato tra il VI-VII secolo e dopo utilizzato come impianto per la nascita di povere abitazioni di epoca medievale, la sua riscoperta archeologia è avvenuta nel 1773. Nello stesso secolo, frattanto, era sorta la Via Grotte che tagliava l’edificio in senso nord-sud. Gli scavi sono continuati- a varie riprese- fino al 2009. A est al teatro sorge l’Odeon romano del II secolo d.C., capace di ospitare 1300-1500 spettatori e ancora teatro di spettacoli estivi. Qui si tenevano le prove degli spettacoli e gli spettacoli di danza. Dell’odeon rimangono ancora oggi sedici dei diciassette ambienti coperti che ne erano parte. Di fronte a Piazza Stesicoro, sulla Via Etnea, si trovano invece i resti archeologici (solo parzialmente riportati alla luce)a dell’Anfiteatro romano innalzato con tutta probabilità nel II secolo d.C. L’edificio cadde relativamente presto in rovina e sappiamo che già in antico (ai tempi del re barbaro Teodorico) i catanesi ottennero il permesso di prelevare da qui materiali di costruzione. Costruito in pietra lavica e marmo, era alto 31 metri e capace di contenere 16mila spettatori. La sua arena era per dimensioni seconda solo a quella dell’Anfiteatro Flavio (il Colosseo). Queste zone archeologiche saranno visitabili tutto il giorno, dalle ore 09.00 alle ore  19:00 (ultimo ingresso ore 18:30).

Maria Mento

 

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