Il Teatro Stabile riparte e lo fa nel segno del coraggio delle donne. Antigone è l’eroina della mitologia greca che, lo scorso 15 ottobre, ha aperto la nuova stagione del teatro catanese. Una dieci giorni intensa (lo spettacolo sarà in scena alla Sala Verga fino al prossimo 27 ottobre, prima di girare il resto dell’Italia con una tournée che si concluderà a marzo 2020) che sta portando gli spettatori a immergersi in un mondo che è quello del mito, di una narrazione permeata dalla sacralità, ma che è anche il mondo storico, reale, di Sofocle e dell’Atene del V secolo. Atene, nel suo secolo di massimo splendore, è la culla della felice e florida stagione della drammaturgia di epoca classica che oggi, purtroppo, conosciamo solo frammentariamente.
Sebastiano Lo Monaco è l’attore siciliano, classe 1958, a cui è stato affidato il ruolo di Creonte, il fratello di Giocasta che secondo il mito è divenuto re di Tebe dopo la rovinosa caduta della coppia regnante, vittima di un fato ineluttabile a cui nessuno può sottrarsi. Giocasta è colei che aveva creduto di poter sfuggire alla profezia dell’oracolo di Delfi, secondo il quale se la donna avesse avuto un figlio dal marito Laio questo figlio avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Con un sotterfugio, la donna riesce però a mettere al mondo un figlio: Edipo. Laio ne ordinerà la morte ma il bambino verrà in verità soltanto allontanato dalla corte. Sarà cresciuto da altri genitori, e da loro si allontanerà per evitare il compiersi della profezia, ignaro del fatto che quelli non siano i suoi genitori biologici. Così si compie la rovina di Tebe e della sua regina: Edipo arriverà in città dopo aver ucciso il suo vero padre e otterrà la mano di Giocasta per aver avuto il merito di aver sconfitto e ucciso la Sfinge. A dimostrazione che, per quanto si cerchi di sfuggire al proprio destino, il fato trova sempre la strada per compiere quanto è stato scritto.
La scoperta del compimento della profezia arriva troppo tardi, quando cioè Giocasta e Edipo hanno già messo al mondo quattro figli. Edipo, maledicendosi, si caverà gli occhi, colpevoli di averlo portato alla perdizione posandosi libidinosamente su sua madre. Giocasta deciderà di togliersi la vita. Antigone è una dei quattro figli nati dalla rovinosa unione della sposa-madre con il suo marito-figlio. Gli altri tre figli sono Eteocle e Polinice (i protagonisti de “I sette contro Tebe”) e Ismene.
Nell’Antigone, rappresentata per la prima volta alle festività delle Grandi Dionisie del 442 a.C., il drammaturgo Sofocle racconta i fatti che seguono il duro scontro di Eteocle e Polinice, morti entrambi dopo essersi scontrati per il possesso del trono della città di Tebe. Giocasta è già morta e Edipo, ormai cieco, si è condannato all’esilio. Creonte ha di nuovo in mano le sorti del regno, così com’era stato subito dopo la morte del cognato Laio. La dura legge del trono gli impone di utilizzare il pugno di ferro per ristabilire l’ordine a Tebe e così stabilisce che il corpo del nipote Polinice debba rimanere senza sepoltura. Antigone (interpretata dall’attrice Barbara Moselli) andrà contro ogni ragion di stato e lotterà per dare una tomba sepoltura al fratello, in nome di quel senso di giustizia morale che guida le sue azioni. Infine, lei stessa sarà condannata a morire.
Sebastiano Lo Monaco ha già vissuto l’esperienza totalizzante del teatro greco e ne conosce profondamente i valori e gli aspetti fondanti. Il teatro degli antichi racconta una modernità che non si attua nel nostro presente perché, semplicemente, è una modernità che dura da oltre 2mila anni e che i Greci- agli occhi del mondo a noi contemporaneo- non hanno mai perduto. I dolori, le passioni, la forza, le idee messi in campo dai personaggi che animano la tragedia greca sono gli stessi che animano molte delle azioni che stabiliscono la rotta del nostro presente. Nel 2018, per l’Inda (Istituto Nazionale d’Arte drammatica), Lo Monaco ha avuto modo di interpretare il ruolo di Teseo nell’ “Edipo a Colono”, altra tragedia di Sofocle e atra tragedia connessa alla saga tebana. Ancora prima, nel 2015, l’attore è stato Agamennone nell’ “Ifigenia in Aulide”: con la sua drammaticità scenica ha saputo rendere, trasmettendo al pubblico siracusano emozione e senso di partecipazione, il dolore di un padre che è costretto a sacrificare la figlia agli dei per compiere i suoi doveri di re.
Il 25 ottobre 2019, alle ore 18:30, il cast di “Antigone” incontrerà il suo pubblico nella galleria del teatro. L’ingresso è libero.