A quasi 51 anni dalla sua morte, Antonio De Curtis non smette di affascinare e di essere celebrato. Artista eclettico, attore dalla comicità innata, fine poeta e compositore di testi musicali, Totò è uno di quei personaggi che ha segnato un’era della produzione televisiva italiana. Proprio lui è il protagonista della mostra “Totò genio” apertasi qualche giorno fa presso la Galleria di Arte Moderna (ex convento di Santa Chiara).
La rassegna è arrivata a Catania dopo aver toccato altre importanti città italiane, tra cui appunto Napoli, e da Catania partirà alla volta di mete internazionali. Al vernissage della mostra è intervenuta anche Elena De Curtis, nipote di Totò, la quale non ha mancato di raccontare aneddoti molto interessanti sulla vita del nonno. Soprattutto, Elena De Curtis è stata categorica sul tormentone del testo “Malafemmina”: «E’ dedicata a mia nonna Diana, come è scritto sul retro». Per molti anni, e la stessa attrice lo aveva lasciato credere, si era pensato che fosse stata scritta per Silvana Pampanini, assiduamente corteggiata da Totò tra il 1950 ed il 1951.
La mostra, visitabile fino al prossimo 1° maggio 2018 (da lunedì al sabato dalle ore 09:00 alle ore 19:00. Ingresso gratuito), è stata voluta dall’Associazione Antonio De Curtis ed è stata curata da Alessandro Nicosia e da Vincenzo Mollica. L’esposizione si sviluppa attraverso la messa in mostra di documenti inediti, spezzoni di film, interviste, costumi di scena, fotografie ed altre testimonianze che possano aiutare i visitatori a conoscere meglio non solo il Totò del grande schermo ma anche qualche aspetto sconosciuto della vita di Antonio De Curtis come uomo. A garantire un’esperienza di visita ottimale per i visitatori sarà anche la presenza- con tutta la loro professionalità- delle guide turistiche dell’Associazione Regionale Guide Sicilia.
«Una maschera poliedrica, come quella di Pulcinella, le cui molle sono la fame, che ha conosciuto nel Meridione poverissimo di allora, e la curiosità per tutto ciò che è al mondo. Una maschera che parla dei tormenti dei proletari, con i loro aspetti tragici e comici, e del piccolo borghese, ridicolizzato nelle sue insicurezze». A raccontare Totò in questi termini è stato Goffredo Foti, giornalista e critico che ha riscoperto il genio dell’artista.
A breve sarà disponibile una nostra recensione sulla mostra.
Maria Mento