“Vogliamo continuare a stupirvi”: con questo slogan il Dipartimento di Scienze Umanistiche (in sigla Disum) dell’UNICT, in collaborazione con Officine Culturali, ha lanciato l’iniziativa che vedrà protagonista il Monastero dei Benedettini anche nelle giornate di Pasqua e Pasquetta. Alle molteplici iniziative che si stanno portando avanti per favorire la fruizione dei locali del Monastero (last but not least il nuovo percorso guidato alla scoperta del Piano segreto dei Benedettini, inaugurato proprio una decina di giorni fa) si aggiunge, infatti, la prima apertura al pubblico delle famose Stanze dell’Abate, normalmente adibite a sede degli Uffici di Direzione del Dipartimento. Per partecipare allo straordinario evento è obbligatorio effettuare la prenotazione chiamando i numeri telefonici 0957102767 e 3349242464: il numero dei posti è limitato per ogni gruppo turistico che attuerà il giro. I gruppi partiranno ogni ora, anche nei giorni del 15, 16 e 17 aprile, dalle ore 9:00 alle ore 17:00. Inoltre, il percorso turistico che si svolge nei locali del Monastero ormai da sette anni si arricchirà della visione di questo magnifico quarto abbaziale durante le ore di chiusura del Disum ed in assenza di attività della Direzione.
L’aggiunta della visione di un’altra bellissima perla architettonica all’offerta turistica già erogata è stato fortemente voluto da Marina Paino, da poco nuovo Direttore del Dipartimento, che ritiene si tratti di un percorso che permetterà ai turisti non solo di vedere con i loro occhi quanto di spettacolare doveva presentarsi alla vista degli ospiti illustri, che nell’appartamento dell’abate accorrevano in occasioni di particolari celebrazioni (come quella relativa alla reliquia del Santo Chiodo, oggi uno dei pezzi più interessanti della mostra sui Benedettini in corso di svolgimento a Castello Ursino), ma anche tutti i restauri architettonici che sono stati effettuati nel corso dei secoli, fino a giungere allo studio ed al restauro compiuto dall’architetto Pagnano, sotto la direzione del collega e professore Giancarlo De Carlo, che iniziò nel momento in cui il Monastero venne donato dal Comune di Catania all’Università per divenire la sede del Disum. Era il 1977: sono passati esattamente 40 anni da quel momento storico.
Uno degli ultimi architetti a prestare il suo sapere per portare a compimento alcuni elementi architettonici del Monastero fu Mario Musumeci, a cui si deve il completamento dei chiostri dopo il 1840 (anno dell’affidamento dei lavori nelle sue mani). All’opera di Musumeci si deve anche la precedente realizzazione del quartiere dell’Abate: i suoi locali sono pomposamente affrescati con motivi ed immagini di gusto classicheggiante e sono dominati dalla volta ove compaiono le Tre Grazie di Giuseppe Rapisarda (1827). Tutto questo sfarzo, lontano dallo spirito ecclesiastico purista e della regola benedettina, portò i Monaci di Ormonde a definire le stanze abbaziali simili ad “una sala da ballo vista alla luce del giorno”. Stiamo parlando dell’ultimo quarantennio di vita del Monastero e del suo “canto del cigno” prima della fine dell’ordine. Nel 1866 il Monastero entrò a far parte del regio demanio del neonato Regno d’Italia e nel 1867 i Monaci furono costretti a lasciare l’edificio: erano entrate in vigore le Leggi di Eversione dell’Asse ecclesiastico, con le quali si chiuse un ciclo di storia catanese dalla durata di circa tre secoli. Nell’impossibilità di fornire, in questa specifica sede, tutte le informazioni pertinenti alla storia completa del Monastero dei Benedettini (dalla sua edificazione ad oggi), vi rimandiamo alla lettura della relativa pagina del sito web del Monastero.
Maria Mento