Catania a Sanremo con Diletta Leotta e Turi Nicotra

È un Festival di Sanremo quello del 2017 che sta continuando a mettere in mostra esempi di serietà, di bravura e di bellezza made in Catania. Dopo l’emozionante duetto di Tiziano Ferro e Carmen Consoli, che ha riempito parte della prima serata di martedì scorso, è stata la volta per Diletta Leotta e per Turi Nicotra di salire sul palco del teatro Ariston. Questa volta non per cantare ma per dare agli italiani due esempi importanti di fronte ad  un paese sempre più scosso dalla crisi economica e da eventi sociali gravi.

Diletta Leotta, venticinquenne volto di Sky Sport, è stata protagonista della seconda parte della prima serata del Festival. È arrivata scendendo la scalinata, come quasi d’obbligo per le donne famose che vengono chiamate a Sanremo, e vestendo un abito sensuale e succinto (un due pezzi dalle tonalità rosse sgargianti) ha parlato sul palco di un argomento che l’ha toccata molto da vicino: il cyber bullismo, ovvero una moderna definizione per indicare atti di violenza perpetrati tramite mezzi telematici. La scorsa estate la Leotta ha subito un vero e proprio attacco informatico con la pubblicazione sul web (chiaramente non autorizzata) di sue foto erotiche, e di video e contenuti audio che poi si sarebbero rivelati dei falsi che non le appartenevano o coinvolgevano in nessun modo. La ragazza ha poi dichiarato di essersi accorta della cosa proprio grazie allo stesso telefonino che era stato hackerato: sola in casa, si è accorta che qualcosa non andava e che il telefono era impazzito, intasandosi di chiamate e messaggi. Sempre nella stessa intervista in cui ha raccontato di quei momenti, rilasciata aOggi agli inizi dello scorso gennaio, la giornalista ha anche confessato di essersi imposta di essere forte, ma di aver ceduto alla lacrime dopo tre giorni. Non è pentita delle foto fatte, Diletta, perché si è trattato di una violazione evidente della sua privacy, e nel privato ognuno di noi può far quel che vuole. La giovane è andata a Sanremo per dire a tutte le vittime di cyber bullismo di non subire e di denunciare.

Dopo la polemica scatenata contro di lei nei giorni scorsi dalla collega Paola Ferrari, altre critiche sono piovute dal mondo della tv sul capo della bella catanese. Su tutte, quella di Caterina Balivo, conduttrice di “Detto Fatto”, che ha fermamente criticato sul suo account twitter la mise della giornalista, a fronte del serio argomento di cui ha accettato di parlare, soprattutto in quanto lei stessa vittima. La Leotta, per contro, è stata difesa dalla coppia conduttrice Conti-De Filippi, con Maria De Filippi che ha detto a parole chiare che non si può giudicare un messaggio così positivo dagli abiti indossati, altrimenti sarebbe come dire (e sarebbe gravissimo) che quando una donna indossa degli abiti sensuali invita un uomo allo stupro. Questo è un messaggio che non può e non deve passare. In seguito alle polemiche scatenate, la Balivo si è scusata per quanto detto, aggiungendo che il suo è un programma che parla delle donne e non le punta col dito.

La serata di ieri, mercoledì 8 febbraio, ha visto protagonista sul palco, per un breve momento, un piccolo eroe della nostra quotidianità: il catanese Turi Nicotra. Il signor Nicotra rappresenta la faccia buona di un’Italia laboriosa che ancora, da qualche parte, esiste nonostante i soliti furbetti del cartellino o di fronte a coloro che evadono il fisco. In netta continuità con la prima serata del Festival, durante la quale si è voluto rendere omaggio a tutti i soccorritori che stanno lavorando per aiutare le popolazioni del centro Italia devastato dal terremoto, durante la seconda serata si è voluto elogiare un altro esempio di serietà ed abnegazione professionale.

Turi Nicotra ha lavorato per quarant’anni al servizio della Pubblica Amministrazione, senza mai godere di un solo giorno delle ferie che per legge gli sarebbero toccate, ben consapevole che con la pensione si sarebbe potuto riposare per tutto il tempo che avrebbe voluto e che, soprattutto, avrebbe sentito di meritare appieno quel riposo, senza aver “rubato niente a nessuno” in vita sua. Per il suo attaccamento al suo posto di lavoro, Nicotra è stato insignito del premio “Elefantino d’argento” dalla Giunta comunale di Catania, premio accordato alle eccellenze etnee che si sono distinte in qualche ambito della vita. Turi Nicotra ha invitato tutti i suoi colleghi della Pubblica Amministrazione a riflettere: in un paese in cui la disoccupazione giovanile ha toccato livelli del 40%, chi fa il furbetto mortifica tutti quei giovani che trovano lavoro per pochi mesi e dopo si ritrovano di nuovo in cerca, senza avere più la dignità di essere umani. Il messaggio arriva proprio nei giorni in cui si sta diffondendo l’ennesima, tragica, notizia legata alla mancanza di lavoro: quella del suicidio di Michele, un trentenne friulano, che ha voluto fosse diffusa la sua lettera di protesta/addio in cui si legge tutta la sua stanchezza ed amarezza nel vivere una vita dominata dall’eterna incertezza del precariato.

Per una volta, l’esempio di Turi Nicotra ha dimostrato che, oltre ai furbetti ed alle pecore nere di cui tanto si parla in televisione e sui giornali, anche la Sicilia è capace di sfornare persone di valore.

Crediti fotografici: ilfattoquotidiano.it
Blogsicilia.it 

Maria Mento

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